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Il pittore e scultore Gino Boy è nato a Sini, in provincia di Oristano, nel 1943.
Lascia la Sardegna giovanissimo. Prima, per motivi di studio, si trasferisce dai Salesiani di Cumiana (Torino), dove lo incoraggiano a coltivare le sue doti artistiche. Poi presta servizio come controllore di volo a Milano e Rieti. Boy oggi vive nel capoluogo sabino, ma non ha mai dimenticato il suo forte legame con l’isola natia.

Artisticamente, Boy è attivo dal 1972, quando comincia a frequentare gli atelier dei principali pittori milanesi, in particolare quelli di Roberto Crippa e di Ibrahim Kodra. Durante la sua pluriennale carriera, ha partecipato a prestigiosi concorsi nazionali e internazionali, esponendo in molte città italiane e straniere come Perugia (2005), ArteExpò - New York (2000), EtruriArte – Venturina (1999), Spoleto (1998), Bruxelles (1996), MiArt - Milano (1996), Cagliari (1996) e Genova (1973). Attualmente collabora con la Camera di Commercio di Rieti, mettendo la propria arte al servizio dello sviluppo del territorio.

Nel 2009 ha realizzato un’opera d’arte-premio, donata al vincitore del concorso letterario “Città di Rieti”. L’opera è stata consegnata al premio Strega Paolo Giordano. Nel 2013 espone presso il Teatro Della Concordia di Monte Castello Di Vibio ( PG), nel 2015 inaugura una personale presso la galleria d’Arte Mentana di Firenze. In Sardegna, Boy sta lavorando al monumento “Cavallini della Giara” che , progettato e in attesa di realizzazione, rappresenterà i cavallini sardi, facendo un parallelo tra gli animali e Sleipnir, il mitico cavallo a otto zampe della mitologia norrena.

La caratteristica saliente di Boy è il suo continuo richiamo al mondo storico e mitico degli antichi Celti. Tanto da definire la propria arte “celtic art”. L’universo creativo di Boy è prima di tutto un insieme di valori, come il rapporto tra Dio e l’Uomo, la Conoscenza, il Rispetto e la Lealtà. Temi tra cui giganteggia la Donna, scrigno di Vita e di Spiritualità. Un messaggio volutamente controcorrente, che contrasta, secondo le parole di Gino Boy, “il periodo di decadenza nel quale viviamo, esaltando la bellezza interiore e non l’estetica”. Nascono così figure acefale o senza arti, abbozzate nelle loro forme generali, e che sono metafore e simboli di una realtà più elevata. Ogni forma è composta di colori ricchi, sapientemente stesi, e d’intensa vitalità, quasi volessero uscire dalla tela e avvolgere lo spettatore.

L’obiettivo di Boy è catartico, di risveglio delle coscienze, fedele all’idea classica del poeta-vate.


Ufficio stampa
Luca Francescangeli

 

 

 

 

Gino Boy è un’artista fuori dal tempo, che ripercorre le orme dei Celti, un popolo misterioso e quasi scomparso tra le pieghe della storia.
Boy è un pittore, scultore e ceramista, nato in Sardegna nel 1943 ma ormai da decenni trapiantato a Rieti. Nei suoi quadri, lontani da ogni concessione figurativa, si alternano forti colori e figure rotonde, che evocano simboli alchemici e mitologici. Il Templare, lo Sciamano, la Donna Cigno e la Donna Guerriera: questi sono alcuni dei titoli delle sue opere e danno un’idea delle lunghezze d’onda su cui si muove la sua "celtic art".

Ma come inizia la carriera di un’artista? Quando scocca la fatidica scintilla?
"Ho iniziato a dipingere da piccolo, già alle elementari, nei primi anni Cinquanta – ci risponde Gino Boy - Poi ho continuato i miei studi in un collegio dei Salesiani a Torino. Lì ho trovato un ambiente fertile per le mie inclinazioni. Vinsi persino una borsa di studio, ma mio padre m’impedì di proseguire. Voleva che facessi una carriera più “convenzionale”. Per questo decisi di arruolarmi in aeronautica e andai a vivere a Milano".

Anche da militare, però, Boy continua a dipingere e a cercare un filo, una strada da percorrere.
"Visitavo di continuo le gallerie d’arte milanesi ma non ero mai soddisfatto. Poi mi venne l’ispirazione. La risposta era tutta nel mio cognome. Boy, come l’antica tribù celtica che conquistò Bologna. Cominciai a studiare i celti e il loro mondo e da allora non mi sono più fermato".

Cosa l’affascina di più di questo popolo, sospeso tra realtà e mito?
"Mi colpisce la loro alta considerazione della spiritualità, di quei valori invisibili come la Conoscenza, il Rispetto e la Lealtà, che non possiamo toccare con mano, ma che dovrebbero muovere ognuno di noi. Valori di grande umanità, dei quali i Druidi erano sommi custodi".

E qual è il ruolo delle donne, molto spesso protagoniste delle sue tele?
"La Donna è lo scrigno della Vita e della Conoscenza. Troppo spesso la nostra società mortifica il loro ruolo, quando invece dovremmo ricordarci che uomini e donne sono sempre allo stesso livello. I Celti lo sapevano e tenevano in alta considerazione le proprie donne".

Boy, nella sua lunga carriera, ha esposto sia in Italia che all’estero (come in occasione del New York ArtExpo 2000), anche se il numero totale di mostre non è così elevato come ci si potrebbe aspettare. Come mai?
"Credo che l’arte, quella vera, sia una continua ricerca interiore che ha bisogno di silenzio e meditazione – conclude Gino Boy - Mi piace fare mostre, ma non sono una priorità. Lo scopo ultimo delle mie opere è mettere in comunicazione l’Uomo e il Divino. Non inseguo la fama o il successo, mi ritengo fortunato già solo per il fatto di essere un’artista".


Ufficio stampa
Luca Francescangeli

 


 

Ognuno di noi ha sentito parlare della donna che ricerca un nuovo modo di inserirsi nella società. Nel contempo non mancano gli artisti che si sforzano di creare un nuovo modello di donna attraverso le loro opere e ognuno afferma di contribuire alla riscoperta di questo "mondo". A mio parere pochi sono apparsi convincenti. Io intendo partecipare alla ricerca di una espressione di "armonia di forme e di colori" che porti all'individuazione del volto interiore della donna. La mia pittura si ferma proprio lì ed è a quel livello che voglio farmi capire.

Dipingo "la donna" e non "le donne". "Donna" essere spirituale nel quale cerco di addentrarmi attraverso i suoi misteriosi canali che finiscono per perdersi in vasti deserti o in foreste impenetrabili. Ad ognuno di noi essa sembra non avere segreti ed è convinto di conoscerla bene. È innamorata, ma non si sa fino a che punto amerà; odia, non si sa quanto profondo sia il suo risentimento e quando perdona non si sa quanto grande sia il perdono.

La donna non si rivela completamente, nemmeno alla persona che percorre insieme a lei il cammino della vita. Egli non la conoscerà mai totalmente perchè non si mostrerà mai come interiormente è.

La donna per me non ha "volto".
Perciò la donna che dipingo non ha viso, quasi irreale, in cerca di pace.

 


 

Laudamia,
mia dolce nobile romantica Donna, vederti nel giardino
del tempo in cui ascolto il mormorio tra due silenzi, appari nel mondo
arcano dove cerco una risposta al senso delle cose.
Aiutami a trovare il grande sentiero che tu custodisci
nei cinque elementi:
Verità - Saggezza - Bellezza - Armonia - Umiltà
affinchè possa volare verso il cielo, spaziare lontano verso le cime
immacolate dove una dolce aurora ed un magnifico tramonto saranno
incorniciati da un iridescente arcobaleno e ritornare nel giardino del
tempo dove tra le vecchie querce ed il fascino delle vecchie strade possa
rimirare i tuoi occhi radiosi come la rugiada del mare per invecchiare d'amore con te.


Per acquistare un'opera manda una e-mail a ginoboy@ginoboy.it

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Via Cantalupo 30
02100 - Rieti (RI) - Italy
Tel. 0746/496639
ginoboy@ginoboy.it

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